Il workshop è una discussione aperta sull'idea di "corpo in natura", sulla sua fragilità e sui resti e le tracce che ne derivano in assenza. L'obiettivo del workshop è creare un archivio comune di memorie e lavorare con esso condividendo pensieri, oggetti e pratiche a cui si è affezionati. I partecipanti sono stati invitati a riflettere, a evocare ricordi o storie di corpi nella natura; o a portare con sé oggetti che evocano questa idea: testi, oggetti, immagini, ephemera, cartoline, qualsiasi cosa. Dopo una prima fase di discussione libera, abbiamo deciso di combinare i testi scritti con le scansioni degli oggetti scelti per materializzare l'archivio collettivo. Per concludere, abbiamo deciso di scannerizzare l'intero archivio per farne un poster da condividere tra di noi.
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Questa edizione di Unpae è stata caratterizzata da azioni performative e dalla costruzione di oggetti simbolici e carichi di emozioni come il naso di legno e la chiave del villaggio. Gli elementi simbolici portano alla scoperta delle connessioni tra gli esseri. La chiave è un oggetto nato nel mezzo del villaggio che si attiva e cambia con l'energia di diverse persone e di elementi atmosferici. Il soffiatore nella poesia di Guillhelme è un essere che attraverso il sospiro della lavanda crea connessioni invisibili tra le cose.
Guilhem Prat (@yemgi) è un artista e graphic designer che lavora da solo o con altri, con l'idea centrale di leggere e dare da leggere, di ascoltare o far ascoltare, di non pensare più necessariamente in termini di produzioni (visive, testuali, sonore) ma piuttosto di guardare a come queste circolano, comunicano ed esistono nel nostro ambiente contemporaneo. Membro del progetto editoriale e radiofonico At the Same Time, il suo lavoro cerca di immaginare altre narrazioni poetiche e relazionali, ruotando intorno al gesto editoriale, alle installazioni, agli oggetti stampati e alle performance.
Marco-Augusto Basso (@millepiani) è un artista e ricercatore. Scultore, si dedica ora alla composizione musicale come atto performativo. È stato coinvolto nella settima edizione del festival "Resistere e Creare" del Teatro della Tosse di Genova, in cui ha concluso il ciclo di performance "Moyocoyatzin" ispirato alla corrente del post-esotismo. Recentemente ha lavorato, con il progetto "Janua", a una mostra a Palazzo Ducale di Genova.
Unpae sarà a Milano il 25-26 novembre in occasione di SPRINT (11° ed.) - Independent Publishers and Art Book’s Salon - alla sede di Regina Giovanna (Via Achille Maiocchi, 4, 20129 Milano MI, Italia) insieme a molti altri amici.
Porteremo ricerche, idee e suggestioni riguardo agli ultimi progetti su cui stiamo lavorando. Presenteremo i progetti editoriali di Alice Peach (@alice__peach), Francesco De Bernardi (@francesco_de_bernardi) e Guilhem Prat (@yemgi).
Inoltre, parteciperemo al al talk "Accartocciamoci" ospitato da SPRINT alla sede di Regina Giovanna (Via Achille Maiocchi, 4, 20129 Milano MI, Italia) la domenica del 26 novembre, 19:00-20:00.
Per maggiori info su SPRINT e sul programma clicca qui (sito web) e qui (instagram); e sui luoghi dell'evento clicca qui.
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Il progetto è sviluppato da Unpae in collaborazione con Angelo Licciardello per la sezione LAB di ArtVerona, a cura di Giulia Floris. Per la prima volta l’artista non è stato ospitato negli spazi della residenza. Abbiamo lavorato sulla costruzione di una narrazione a limite con il fantastico, cercando di ricreare nell’ambiente un’atmosfera familiare e straniante, quella che si prova nel paese montano o nell’ambiente domestico.
Per vari mesi abbiamo condiviso pensieri e suggestioni sull’immaginario infantile e affettivo in relazione alla figura dell’animale. L’animale selvatico, apparentemente, non è più presente nelle nostre vite. Nelle sue varie rappresentazioni viene ridotto a “simbolo levigato” (John Berger - Perché guardiamo gli animali?) e quindi infantilizzato. Da questo punto di vista l’orso può essere associato alla figura di Pinocchio: fa parte della nostra infanzia, lo ritroviamo sui comò delle camerette e nelle foto di famiglia insieme ai noi bambini. Nello spazio convivono simboli infantili, animali e oggetti che spesso perdono la loro funzione.
Il display è dato dall’ambiente dello shop di souvenir montano, un luogo nel quale vivono immagini consumate e ripetute sempre uguali a sé stesse, che conservano un’estetica rudimentale e spontanea. Angelo ha deciso di nascondere tra gli elementi dell'installazione delle frasi di una poesia a lui particolarmente cara, scritta dalla poetessa Nikki Giovanni. Particolare della poesia è l’immaginario surreale (l’autrice si identifica con un fungo immobile e inzuppato), elemento atipico nella sua carriera orientata alla lotta sociale. Il calendario diventa un display per un ritratto di cane che dorme nel suo letto, nei primi giorni del mese di gennaio. Il sonno si legge negli elementi del letto e della coperta di pile, oggetti che si collocano tra la rilassatezza e la morte.
Il progetto editoriale è realizzato in collaborazione con Gabriele Zagaglia. L’idea è quella di raccontare i cinque anni di residenza tramite il ricordo degli artist* e ricercator* che negli anni vi hanno partecipato. Crediamo che il ricordo affettivo sia un elemento centrale di Unpae, una sensazione che si trasforma, i contorni dell’immagine si sfocano e creano sensazioni diverse con il passare del tempo. Abbiamo chiesto ai residenti un contributo spontaneo che ha assunto nuove forme ed è andato a comporre il poster.
I contributi sono di Sara Ravelli, Jacopo Belloni, Alice Pilusi, Marco de Leonibus, Alberto Rota, Alessandro Gabini, Stefania Carlotti, Andrea de Liberato, Giorgia Garzilli, Lorenzo Kamerlengo, Chiara Druda, Lorena Florio, Francesco Alberico, Matei Vladimir Colțeanu